La nutrizione dei giovani top-atleti

Una corretta nutrizione può giocare un ruolo-chiave nella salute dei giovani atleti, soprattutto negli elementi d’elite che si allenano e gareggiano in modo professionistico; nutrirsi bene conta quanto allenarsi bene. Dobbiamo considerare che nei bambini e negli adolescenti l’energia assunta con l’alimentazione deve essere spesa in primis per i processi di crescita, sviluppo e maturazione del corpo per cui è importante non creare scompensi che potrebbero mettere a rischio la salute dei ragazzi. Esistono differenze sostanziali tra l’adulto ed i soggetti di varie fasce pediatriche: per esempio i giovani dipendono molto di più sui trigliceridi come fonte energetica, hanno riserve di glicogeno inferiori ed una capacità glicolitica minore degli adulti. Essi, quindi, hanno meno bisogno di carboidrati e contano su una maggiore ossidazione dei grassi. Ci sono anche differenze nella termoregolazione, ma non si conoscono i loro effetti sul bilancio dei fluidi; evidenze ancora iniziali suggeriscono che nei ragazzi sottoposti a sforzi prolungati bisogna monitorare attentamente la perdita di liquidi e integrare zuccheri e fluidi durante le sessioni di lavoro, più che per gli adulti. Nei bambini la velocità di ossidazione degli zuccheri esogeni contribuisce di più alla spesa energetica (probabilmente perché questo processo non è limitato dalla massa corporea ma dalla capacità di assorbimento, che nei bambini è elevata). Questo significa che se somministriamo zuccheri ai bambini dobbiamo calibrare in negativo le dosi, perché a parità di tasso d’ossidazione il lavoro (spesa energetica) che essi possono svolgere è ovviamente inferiore a quello degli atleti adulti. Come succede per la farmacologia pediatrica, anche la nutrizione dei giovani atleti è un campo relativamente nuovo da esplorare e necessita di ricerche fatte sui giovani senza estrapolazioni dall’adulto che potrebbero rivelarsi fallaci.