Gennaio 2013, nuovo anno, nuovi propositi. E’ una giornata tiepida, dove il sole smorza un po quel freddo tagliente. E’ da qualche mese che non faccio nessun tipo di sport e sono pieno di energie. All’improvviso tante idee passano per la mia mente:

“E se andassi a correre? Si, Ho proprio voglia di muovermi!”

“Si dai, mi sembra una buona scusa per tornare in forma”

“Dai, andiamo!” (ma andiamo chi, se sono da solo? Vabbè…sorvoliamo…)

Decido di andare a correre, ho tutte le energie che mi servono, ho tutta la buona volontà, allora mi decido che è la volta buona.

Oggi… si corre!

Esco di casa con la sicurezza del miglior maratoneta e parto. Tutti i buoni propositi e le buone sensazioni si spengono dopo appena 3.20km. Avevo tutto per correre, tranne il fiato. Torno a casa un po titubante. In settimana tornerò a correre? O forse sarà meglio che faccia altro? La notte mi porterà consiglio e dopo due giorni torno a correre. Pian piano comincio ad aumentare le distanze, ad aumentare la velocità e diminuire i tempi. Leggo su internet che a Firenze, a maggio, si terrà una corsa di 10km, la Deejay TEN. Siamo solo a marzo, ho ancora tanto tempo per pensare, ma conoscendomi, se aspetto…non la faccio. Senza pensarci prendo e mi iscrivo. E adesso? Adesso devo veramente correre una gara con altre persone?

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AIUTO.

Nei mesi successivi ho pensato molte volte di smettere: la fatica, il tempo, la voglia…ma non ho mai mollato. I primi di maggio riesco a completare 10km in 52 minuti. Guardo l’orologio, lo giro, lo riguardo. Avrà sbagliato? Sarà rotto? L’ho fatto davvero io? Incredibile. Ero fiero di me stesso e da quel momento ho avuto una certezza: correrò quella gara il 26 maggio, non so come, ma la correrò. Passo tutto il mese di maggio ad allenarmi in modo costante e il fisico risponde bene.

Ci siamo. Domani si corre la gara. Devo mangiare il giusto, andare a letto presto e fare tutto il possibile per arrivare fresco. La notte non riesco a prendere sonno. Alle 6 sono già sveglio, faccio una colazione leggera e alle 8 parto per Firenze. Arrivo in centro e ci sono già tantissime persone. Runners che sfrecciano a destra e sinistra ed io lì per lì mi domando:

“Ma è già iniziata la corsa?” No…si stanno “solo” riscaldando…

“Ma io, in mezzo a tutta questa gente, che ci faccio?” Non lo so…ma ormai che ci sono non posso tirarmi indietro!

L’obiettivo è semplice: Arrivare. Il come, non importa.

Pronti, partenza, VIA! La gara è iniziata, ed io, con il mio passo, percorro i primi chilometri. 1,2,3,4,5…ops… ora comincia la salita e le gambe cominciano a farsi sentire… Devo cercare di gestire le energie. Le persone che mi passano in salita mi danno un po di sconforto, ma non ci devo pensare perché io non corro contro di loro, io corro contro me stesso. Devo arrivare in fondo, me lo ripeto spesso durante la gara. Arrivo al 6km, prendo da bere, ma non mi voglio fermare. Riesco a bere giusto 2 gocce, il resto me lo butto tutto in faccia. Si comincia a scendere. Le gambe stanno meglio e allora aumento un po il ritmo. Mentre scendo dal piazzale ripasso un po di persone che non mi erano nuove, si, proprio quelle che in salita mi avevano sorpassato adesso sono io a metterle dietro! 8, 9 chilometri… le energie stanno finendo ma so che la fine è vicina. Arrivo all’ultima curva prima di santa croce, giro, vedo l’arrivo, che mi restituisce le ultime forze per lo scatto d’orgoglio finale. Cel’ho fatta. Sono arrivato e mi scappa un sorriso. In tutto questo pensare mi sono dimenticato del tempo… giro l’orologio e premo il tasto STOP. “49.49 min”. Come ho fatto non lo so, ma l’ho fatto, l’ho fatto io. Questo tempo, questa corsa, è stata la giusta ricompensa per tanta fatica e il sudore dei mesi passati. Dopo questa ho fatto altre gare, ma la prima, non si dimentica MAI!

– Marco Crescioli –