Amo la notturna di San Giovanni.

Lo so non ha niente di epico come correre una 100 km o di mitologico come correre una maratona, non ti arrampichi su nessuna montagna, non sfidi sentieri impervi ne condizioni meteorologiche estreme (anche se si potrebbe discutere sul “bollore” di qualche edizione). E’ una banale corsa di 10 km che tutti riescono a portare a termine ed ha un’ organizzazione che fa di tutto per fartela odiare (trovare un furgone parcheggiato dietro una curva a 90 gradi è una delle tante), eppure nonostante tutto questo io amo questa gara.

La amo perché è stata la prima gara corsa con i colori dell’atletica. Formazione di quell’anno, oltre a me, Ardinghi, Bindi, Pieraccini Paolo e il mitico Lucianone Vasarri.

La amo perché questa è una gara che andrebbe corsa a testa in su. Partenza passaggio ed arrivo in piazza del Duomo, tre passaggi in via dei Calzaiuoli, due passaggi in piazza della Signoria, via Roma, piazza della Repubblica ed un bellissimo “dirittone” finale che da Porta Romana ti conduce attraverso piazza Pitti e Ponte Vecchio. Conoscete una città con un centro storico più bello di quello di Firenze?

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La amo perché ti trovi a correre con altri 1500 amatori ed in mezzo ad una città fantastica e non ti interessa se in partenza rischi di stenderti ogni due metri, se mentre passi sulle pietre sconnesse rischi una storta alle caviglie e ti senti rosolare tanto è il calore emanato, se in via dei Serragli senti l’ultimo filo di aria che se ne va via dai polmoni, se arrivato a Porta Romana ti chiedi se quest’anno quelli dell’organizzazione ti faranno il “dono” di darti una spugna per pulirti dal sudore e scopri che non c’è una benamata mazza. Appena svolti per via Romana hai appena il tempo di lanciare un paio di improperi all’organizzazione che trovi il cartello del 9° ed allora tutto questo non interessa più. L’unica cosa che vedi è la strada, la strada che attraverso piazza Pitti, Ponte Vecchio e piazza Signoria ti porta all’imbocco di via Calzaiuoli e da li all’arrivo. Il passo si allunga, il respiro si regolarizza la fatica ed i dolori spariscono. Pensi solo alla cosa che sei venuto a fare: correre. Tutto il resto non ‘interessa, pensi solo a dare il massimo in quegli ultimi metri ed a tagliare il traguardo circondato da una folla enorme in modo che, anche quest’anno, ti sentirai di aver risposto alla “chiamata” di Firenze.

Approfitto per ringraziare tutti i nuovi dell’atletica che da due anni condividono in massa con me questa presenza. La vecchia guardia non amava molto questa gara e se ricordo che solo pochi anni fa gli unici due presenti eravamo io ed il buon Walter Mugnai penso che le cose sono molto cambiate……..in meglio.

Lunga vita alla Notturna di San Giovanni.

Claudio Burrini

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