Sabato 6 settembre, le nostre atlete Simona Greco e Francesca Fabbri hanno corso la Marcialonga Running, un percorso che si snoda tra le valli di Fassa e di Fiemme, completandolo in un tempo di 2 ore e 20 minuti. Di seguito la testimonianza di Simona.
Dall’anno scorso io e Francesca abbiamo in ponte una gara in montagna con fine settimana annesso (nostra ormai consuetudine), così appena autorizzate le ferie ci iscriviamo alla Marcialonga Running; corsa da Moena a Cavalese di 26.5 km con partenza alle 16.30 del sabato.
Perfetta, così andiamo via il venerdì e con calma torniamo la domenica, magari dopo una mattinata di trekking per i monti (le illuse!). Arrivata la data fatidica, prendiamo la macchina e andiamo su nella speranza di non ritrovarsi in Val d’Aosta, vista la nostra conclamata avversità con il senso dell’orientamento. E invece arriviamo sane, salve e parecchio fradicie, visto che un diluvio epocale ci dà il benvenuto in Val di Fiemme; ma a noi che ci fa? Imperterrite andiamo a ritirare il pettorale e pacco gara, con dentro una bellissima felpa e cibarie varie. Ovviamente l’organizzazione è di alto livello, che per prendere il nostro numero pare di dover entrare alla NASA, ma si sa come sono da quelle parti (è successo anche a Palermo, ma questo è un altro film!). Comunque in preda all’ansia non tanto da prestazione, ma da meteo, ci avviamo verso una pizzeria e poi a nanna.
Finalmente arriva il giorno della gara, che prenderà il via alle 16.30, per cui da vere atlete andiamo a fare shopping in paese, ci prepariamo e andiamo a prendere il bus per Moena. Salto tutto il preambolo barretta – bagno – caffè – bagno – consegna borsa – bagno – avvio verso la partenza – ma prima facciamo un giretto in bagno e vado con il 3-2-1 viaaaaaaaa. Ci attacchiamo come due cozze al pacer (il migliore finora mai trovato) con cui ci accordiamo per un tranquillo 5.10 fino alla mezza con promessa da parte sua di portarci fino al 26.5 km. Splende il sole come non aveva mai splenduto, spleso, splendato…insomma, clima ottimo. Temperatura di circa 20 gradi, all’ombra 15, percepiti con la strizza 86.
I primi 22 sono piuttosto a favore, un panorama di una vallata montana completamente aperta, tutta ciclabile, mucche con odorino annesso ovunque, ma soprattutto le gambe che stanno bene. Gli ultimi 4 km sono di salita, quella vera: 180 mt di dislivello in quei soli 4 km, ma tutto andava per il meglio. Arrivo in pieno centro, con mille persone ad incitare e una splendida bambina a infilare la medaglia al collo.
E fin qui la descrizione. Ma non è stata solo questo; ciò che ci portiamo dentro sono state le risate, i volti che hanno corso con noi, le strullate mentre correvamo, i nostri sguardi telepatici con cui ci guardavamo e che dicevano “si, questa gioia ce la meritiamo”. Non è stata una gara, è stata una specie di rinascita, che, per quanto mi riguarda, non poteva che essere con la mia compagna Fabbri. È stato respirare nuovamente insieme.
E ora ce ne aspettano altri di fine settimana nostri, fatti di tutto ciò.
A presto
SIMONA
P.S. la domenica col cavolo che abbiamo fatto trekking! Avete mai visto robocop in giro per Cavalese? Ecco, se ci foste stati non lo direste più!!!!


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